Cos’è la Trypophobia?
L’ultimo videoclip del Chemical Brothers , Wide Open, è già un successo su Youtube, ma per alcune persone, vedere questo video risulta essere una vera e propria agonia. Colpa della Trypophobia.
Cos’è la Trypophobia?
La trypophobia può essere definita come la paura patologica dei fori o delle superfici bucate, in particolar modo quando queste si presentano come una trama irregolare e in maniera; diventa acuta quando questi fori “sbucano” sul corpo umano.
In realtà anche se abbiamo parlato di “patologia” la Trypophobia – o tripofobia, anche se in Italiano non vi è alcuna voce o parola che la identifichi ufficialmente – non è un disturbo riconosciuto.
In altre parole l’autorevole Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) non considera la trypophobia un disturbo al pari di altre paure irrazionali e incontrollabili (come l’agorafobia, ad esempio). Questo non significa i presunti fobici non provino un’autentica repulsa quando vedono qualcosa di stranamente bucherellato.
Paura atavica
I ricercatori Geoff Cole e Arnold Wilkins, i primi ad analizzare a fondo il fenomeno, hanno notato che, nel corso dei loro studi, le persone “colpite” da trypophobia, dopo essere stati esposti alla visioni di oggetti forati in maniera irregolare, presentavano spesso: emicranie, attacchi di panico, ansia, nausea, sudorazione e aumento della frequenza cardiaca.
Queste reazioni hanno fatto ipotizzare ai due ricercatori che la trypophobia potrebbe essere una reazione atavica, cioè una sorta di residuo istintivo che porterebbe questi soggetti a identificare, in maniera inconscia, situazioni pericolose o animali letali: serpenti maculati, nidi di vespe, ecc.
La paura su internet
Che sia una paura reale o no, su internet in poco tempo si sono diffuse migliaia di immagini, false, create apposta per suscitare quel genere di disgusto, che, a livelli massimi, un tripofobico sperimenta di fronte a una spugna!
Molto scalpore ha destato la bufala dello shampoo che “faceva venire i buchi”. Sono immagini spesso raccapriccianti, pur non essendo tripofobici. Cosa spinga così tante persone a crearle e pubblicarle, rimane un mistero.
E il video?
Probabilmente i visual artist ingaggiati dai Chemical Brothers non avevano idea di cosa fosse la tripofobia (o trypophobia) quando hanno realizzato il video di “Wide Open”, che, in ogni caso, è un un bellissimo esempio di cosa ci permettono di fare le tecnologie digitali.
Se ancora non lo avete visto, e non siete “tripofobici” dategli uno sguardo.