Mettere alcuni medicinali in valigia, come sonniferi, antidolorifici o persino farmaci per la tosse può sembrare una buona idea per scongiurare eventuali ed inaspettati disagi mentre si è all’estero per vacanza o per lavoro.
Ma portare medicinali in viaggio potrebbe riservare brutte sorprese e, in alcuni casi, addirittura guadagnarsi il diritto esclusivo di soggiorno presso un carcere straniero, a causa della differente normativa in materia di farmaci.
Sia medicinali da banco che medicinali sottoposti a prescrizione medica, ampiamente disponibili in Italia, ricadono di frequente sotto la scure delle sostanze vietate in alcuni paesi stranieri.
Medicine Illegali: alcuni esempi
Se portate con voi antidolorifici a base di tramadolo negli Emirati Arabi, ad esempio, potreste cavarvela con una multa, ma, nel peggiore dei casi, un poliziotto potrebbe chiedervi la cortesia di seguirlo presso il carcere più vicino.
Non crediate che tali regole “esotiche” valgano solo per mete semi sconosciute o raramente battute dal turismo internazionale: in Giappone – Paese frequentato da milioni di turisti ogni anno – vige il divieto assoluto di introdurre e/o utilizzare farmaci a base di pseudoefedrina, una sostanza molto utilizzata in diversi anti-congestionanti presenti nel mercato di libera vendita nel nostro Paese.
Ma la lista non finisce qui: a Singapore gli anti-dolorifici più forti e i farmaci ansiolitici necessitano di prescrizione medica obbligatoria.
In Indonesia, invece, un semplice farmaco per la tosse contenente codeina ed alcuni sonniferi sono dei perfetti lasciapassare per il carcere.
In Qatar, più diplomaticamente, si richiede la prescrizione medica [sic] anche per un banale farmaco per curare il raffreddore, altrimenti dopo l’atterraggio saranno le autorità doganali vi potrebbero chiedere gentilmente di abbandonare i vostri farmaci al varco della frontiera.